Salve a tutti! Siamo tre giovani della Toscana, Giorgio, Elisa e Silvia e volevamo raccontarvi la nostro piccolo pellegrinaggio a piedi.
Abbiamo deciso di offrire anche in questo anno cinque giorni di cammino a Dio. In Italia, c’è una strada che percorre l’antica via Amerina, questa conduceva i pellegrini a Roma, passando per Assisi: “Il Cammino della Luce”.
Iniziamo a battere i sentieri che ci conducono alle tappe e ci accorgiamo di percorrere un cammino interiore, … nelriappriopiarsi di se stessi. L’Essenziale illumina la nostra strada e ci da il Senso della gioia vera, nel pellegrinare della vita; nel raggiungere l’ultima tappa, che ci porterà finalmente al porto sicuro della vita eterna in Dio! E’ in Lui, per Lui, con Lui, che cammina ogni pellegrino, che chiede la grazia, che canta nel caldo, che sopporta il freddo, che sorridenell’imprevisto, che offre le difficoltà e il dolore.
Siamo partiti da Roma dal cuore della nostra Chiesa: S.Pietro. Da lì, ci siamo diretti alla chiesa del S.Spirito in Sassia, affidando alla misericordia di Dio il nostro cammino.
tappa: La Storta – Campagnano
Iniziamo a viaggiare tra le rovine del parco di Veio. Arriviamo stanchi in tarda serata a Campagnano. L’accoglienza generosa dei pellegrini che abbiamo trovato, ci ha permesso di condividere la cena e la messa, rinfrancandoci nel corpo e nello Spirito.
2° tappa: CampagnanoCastel Sant’Elia
Siamo giunti a Castel S.Elia, passando per Nepi. Osserviamo la campagna romana, con tantissimi animali, compresi alcuni cani che pur seguendoci non ci hanno “azzannato”. Siamo arrivati sani e salvi! Qui, nonostante le zanzare assassine, e l’affettato che ormai era consuetudine a pranzo e a cena; abbiamo vissuto un bell’incontro nella la Comunità dei micaeliti, presenti al santuario.
Ripartiamo, zaino sulle spalle, e con gli occhi ed il cuore ricolmi della bellezza di quel luogo di preghiera. Continuiamo il pellegrinaggio, ormai sulla strada asfaltata e sotto un sole caldissimo. Nella fatica, il canto e la meditazione della vita del Santo fondatore dei micaeliti, ci davano la forza per continuare.
3° tappa: Castel Sant’Elia – Orte Scalo
La tappa che ci conduceva ad Orte, è stata particolarmente difficoltosa e ricca di imprevisti: non solo abbiamo sbagliato strada, allunagando di non poco il percorso; ma anche l’ostello non era in grado di accoglierci. S.Francesco, direbbe che questa è la perfetta letizia!
Siamo così andati a bussare alle porte di una pensione lì vicino, che si chiamava per l’appunto “Letizia”. Quella sera però, nella crisi e nello svilimento delle nostre forze,; nella preghiera e nel canto abbiamo ritrovato il coraggio e l’unione dei nostri cuori, risollevati e protesi per giungere all’arrivo.
4° tappa: Orte – Amelia (Silla)
Nel nostro cammino mariano, vissuto con Lei , chiedevamo una grazia speciale, per un ragazzo alcolista, da pochissimo entrato in comunità; per questo si è concluso il 15 Agosto in onore di Maria assunta patrona della città.

Il cammino è stato per noi:

POVERTA’
Il bagaglio, deve essere leggero, si parte con pochissime cose e tanta fiducia, è l’essenziale che ci ha fatto incontrare un Dio che provvede per noi, che è all’opera, che è vivo! Così è quando non abbiamo il sapone, che lo troviamo negli ospitali, è quando siamo assetati sotto il sole delle 14.00, non ci sono Bar aperti, e non abbiamo più acqua; che troviamo sotto un albero 12 bottiglie ben sigillate di acqua di Nepi, per bere e anche per lavarsi!
Quando ti manca tutto scopri il Valore di ogni cosa.

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BELLEZZA
Nel nostro quotidiano siamo come “ciuchi” con il paraocchi, che corrono freneticamente verso ogni obiettivo. Non c’è tempo per fermarsi, così non vediamo mai ciò che ci capita intorno e chi ci vive accanto. Camminando a piedi abbiamo gustato la natura! Quante cose…eppure ci sono sempre state!
Sì, sono lì per noi per riempirci di bellezza; uccellini, cavalli, mucche, cani, gatti, granchi, alberi, fiori, prati, tramonti; …è il trionfo della Vita!

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LIBERTA’ E FORTEZZA
Nel pellegrinaggio ci siamo finalmente liberati da tutti quei condizionamenti che di solito ci assopiscono; la TV. I telefonini, le nostre comodità e abitudini, …è così che diventiamo forti! Ritroviamo la padronanza della volontà e il coraggio di affrontare tutto, il sole e la pioggia, le gioie e le sofferenze.

Il cammino è CANTO, è PREGHIERA
Quando non è più il corpo con tutti i suoi bisogni a tiranneggiarci, finalmente l’anima canta. Con gli occhi verso il cielo, continuiamo a pestare la polvere con i nostri piedi indolenziti,…ma con tanta speranza.

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DOLORE OFFERTO
Il pellegrinaggio è un bussare insistente alle porte di Colui che può farci grazia, con ogni mezzo ed in ogni condizione.

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UMILTA’
Il cammino è lo scontro con il limite del corpo, è debolezza. Spesso durante il nostro andare abbiamo dovuto chiedere agli altri, informazioni, acqua, ecc.
Camminando insieme si diventa sostegno l’uno per l’altro, quando le forze, lo scoraggiamento sopraggiungono.

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Il Cammino è ACCOGLIENZA
Durante il camminare, l’arrivo all’”Ostello”, è un momento molto importante. Quando siamo pellegrini siamo vulnerabili, bisognosi di tutto, di un letto, una doccia, di cibo, ma soprattutto dell’accoglienza di un cuore che si fa per te, condivide con te, si prende cura di te anche se ti offre un materasso in terra e niente più. Altre volte abbiamo incontrato una chiusura, o meglio la distanza di chi ti da qualcosa perché deve, ma non si cura di te.
L’accoglienza ricevuta ci insegna come ospitare e quanto è importante aprire la propria casa ed il cuore.

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Il cammino infine è l’incontro dell’uomo con altri uomini e con se stesso
Nel nostro pellegrinare ci siamo ritrovati ad essere MENDICANTI. E’ piuttosto strano per noi italiani, capire che fanno tre personaggi nelle nostre condizioni, a piedi, sotto il sole, senza acqua e con valigie pesanti. Qui non siamo a Santiago dove si fa a gara per ospitare ed intrattenere il “pellegrino” che cammina con grandi ideali!
Da noi “sei proprio un pellegrino!” vuol dire alla romana, “Sei proprio un morto di fame!” Così da mendicanti, ci siamo finalmente ritrovati nella gioia di sapere che non contiamo solo su di noi ma in Colui, che ci ha fatti esistere. Infine facciamo l’incontro con gli altri uomini e soprattutto con tutti quei mendicanti che hanno bisogno come lo è stato per noi.
Il nostro viaggio è iniziato insieme ad una zingarella di dodici anni che ci ha chiesto un po’ di cibo, con lei abbiamo fatto colazione; infine abbiamo terminato la corsa a Silla nella Comunità di D.Gelmini. Lì ci aspettava un amico che sta uscendo dall’alcolismo, e mendicava nella sua solitudine un po’ del nostro affetto!

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