La fondazione è stata costituita nel dicembre 2005 e, al momento, si stanno definendo modalità di adesione e partecipazione nonchè attività a medio e lungo termine.
Testo della relazione del presidente Giancarlo Guerrini al convegno sulla via Amerina tenuto nel castello di Giove (TR) il 09 giugno 2006.
Nelle precedenti molteplici occasioni di incontro abbiamo potuto definitivamente chiarire che la via Amerina nacque come perno stradale della regione falisca collegando in direzione longitudinale i vari centri posti tra Veio ed Ameria (l’odierna Amelia); nel 240 a.C. venne basolata dai Romani almeno fino ad Amelia e riorganizzata più a Nord su tracciati che si dirigevano verso la media e alta valle del Tevere e verso l’Adriatico, attraverso il territorio degli Umbri.
Con essa ebbe inizio la conquista ed il processo di “romanizzazione” dei territori a Nord di Roma a partire dal IV sec. a.C. che poi si perfezionò nel secolo successivo con la costruzione delle vie consolari Cassia, Clodia e Flaminia. Da Rimini, dove terminava la Via Flaminia, si batterono la via Emilia che puntava verso il centro della pianura Padana e la via Popilia che costeggiava l’Adriatico fino a raggiungere Aquileia situata nell’attuale Friuli, importante piazzaforte romana per la conquista delle regioni illiriche, germaniche, celtiche e danubiane.
La via Amerina ebbe un ruolo primario anche nella diffusione del cristianesimo già in età apostolica. Lo testimoniano le memorie dei martiri ed i luoghi di culto dislocati lungo tutto l’itinerario, Santi e Martiri di ogni ceto ed estrazione sociale.
In era cristiana Aquileia divenne importante sede patriarcale che poi fu trasferita a Venezia, quando la storia consegnò a questa nuova città il noto ruolo di ponte con le regioni dell’ est europeo, del medio e lontano oriente.
Altre importanti vicende storiche interessarono la via con la discesa delle popolazioni del centro e del nord Europa verso Roma, dove nel frattempo il vuoto venutosi a determinare con la dissoluzione dell’apparato dirigente dell’impero d’occidente venne gradualmente colmato dalla nascente gerarchia ecclesiastica, espressione concreta del nuovo ordine sociale ispirato ai principi e ai valori del cristianesimo.
La via svolse un ruolo fondamentale anche in occasione delle dispute tra goti, ostrogoti,longobardi e greco-bizantini che nel corso degli anni che vanno dal VI all’ VIII secolo rappresentarono la parte culminante del contrasto tra le popolazioni barbariche e la cultura greco-latina avvenuto in Italia nell’alto medio evo; interrotte Cassia e Flaminia, attraverso di essa (via Amerina) e più a nord con la via Popilia si mantennero i collegamenti vitali tra Ravenna e Roma e quell’insieme di città, fortificazioni e territori posti tra i due stati longobardi che poi venne denominato il “Corridoio Bizantino”.
Alla donazione di Liutprando a Papa Zaccaria avvenuta nel 742 a Terni nella Basilica di San Valentino, di un gruppo di città poste intorno alla via Amerina (Ameria, Orte, Bomarzo, Gallese e Blera) cui si aggiunsero ben presto Nepi e Sutri, Numana e Ancona tutti gli storici sono concordi nel far risalire la costituzione del primo nucleo dello Stato della Chiesa ed il primo riconoscimento effettivo del potere temporale del Papato.
Tale potere fu sancito definitivamente nel natale dell’anno 800 quando il Re Carlo Magno, dei Franchi vincitori sui Longobardi, inginocchiato sulla porta di san Pietro fu incoronato dal Papa Imperatore del Sacro Romano Impero.
E da allora la Chiesa Cattolica Romana ha continuato a rivestire un ruolo di primo livello in tutte le vicende politiche di Europa e del mondo intero, come tutti sanno.
Dopo la fine dei regni longobardi, furono ripristinati i collegamenti delle vie Cassia e Flaminia e l’Amerina rimase la principale via di comunicazione per la media valle del Tevere, ossia verso Perugia, che a Nord di Todi prese il nome di Via Tiberina solo poche decine di anni fa, proprio perché costeggiava la riva sinistra del Tevere.
L’ultimo fatto di portata storica rilevante che riguarda la via è lo sviluppo lungo l’Amerina nel corso del medio evo, al pari delle altre strade che venivano dal Nord, del Pellegrinaggio verso la Città Santa, specialmente dopo la promulgazione dei Giubilei a partire dal primo indetto da Papa Bonifacio VIII nell’anno 1300.
Il passaggio dei pellegrini è attestato da numerosi toponimi riferiti ad ospedali ed osterie, da chiese, eremi e conventi che oggi ci aiutano a ricostruire i tratti del tracciato originario andato in disuso, nonché numerosi documenti d’archivio e altre testimonianze storiche, artistiche ed archeologiche che testimoniano il pellegrinaggio sulla nostra via diretto a Roma, ma anche in senso contrario verso Santiago di Compostela.
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Nell’agosto del 2002 tre pellegrini partono dall’Umbria alla volta si Santiago e durante gli ultimi 210 chilometri percorsi a piedi nasce in loro l’idea di far rivivere l’antico pellegrinaggio anche sulla via Amerina, verso Roma Caput Mundi e Lumen Gentium.
Il 22 dicembre 2005 Giancarlo Guerrini di Amelia, Gian Luca Pernazza di Perugia (originario di Amelia) e Nazzareno Stazi di Assisi con conferimenti propri costituiscono la Fondazione per il Cammino della Luce – Itinerario della via Romea, del Corridoio Bizantino e della Via Amerina avuta l’approvazione dal Vescovo di Terni, Narni ed Amelia mons. Paglia, l’apprezzamento di Mons. Betori Segretario Generale della C.E.I. ed i buoni auspici di mons. Manzetti Gran Priore di Roma del Sovrano Ordine Militare di Malta.
(Romea è la nuova denominazione data all’antica via Popilia, a nord di Rimini, ed in genere sono state chiamate Romee tutte le strade di pellegrinaggio dirette a Roma).
Lo scopo preminente della Fondazione è quello di promuovere un pellegrinaggio permanente sugli antichi itinerari che vanno da Aquileia a Roma con possibilità di raccordo tra Venezia e Ravenna (passando quindi anche per Padova) delle due varianti provenienti dal Brennero, per il conseguimento di un triplice obiettivo:religioso e spirituale, culturale, formativo e ricreativo.
Pellegrinaggio che ricalca alcune di quelle vetuste strade attraverso le quali si è concretizzata la diffusione della civiltà e del diritto romano e sulle quali si è coltivata e trasmessa la fede cristiana, alla riscoperta delle radici comuni e dei valori autentici che stanno alla base della nostra cultura, della storia civile e religiosa della nostra Italia e della nostra Europa.
Il Cammino della Luce è strutturato sul tipo di quello Santiago.
Con la realizzazione e la cura del pellegrinaggio permanente, la Fondazione intende anche concretizzare e sviluppare un’altra operazione culturale a largo raggio, in cui convogliare ogni sinergia possibile, consistente nella riscoperta graduale e sistematica dei tracciati originari delle antiche vie interessate al pellegrinaggio romeo e dei loro diverticoli mediante semplici ricerche e ricognizioni scientifiche, seminari di studio sulle fonti storiche e documentali, sulle emergenze architettoniche e monumentali con specifiche indagini sul territorio, anche di tipo archeologico; la ricostruzione e il recupero dei tratti andati perduti o attualmente ricadenti in aree delimitate sia di proprietà pubblica che privata; la valorizzazione di tutti i luoghi di culto e della memoria storica disseminati lungo l’itinerario, rivolgendo particolare attenzione nei confronti di quelli considerati a torto di. secondaria importanza ed effettuando il recupero funzionale delle chiese, cappelle e dei vecchi hospitali per i viandanti, le hosterie e le stazioni di posta, i ponti e le altre infrastrutture stradali originarie.
La Fondazione segue anche la realizzazione di rifugi e punti di accoglienza per i pellegrini con la costruzione di nuovi edifici e l’allestimento di campi semplici o attrezzati, l’acquisizione e la gestione di strutture già esistenti, ricercando la collaborazione di altri soggetti che condividano l’iniziativa, Enti pubblici e privati, Parrocchie e Comunità religiose persone singole o associate, organismi consociati che possono avvalersi anche del marchio della Fondazione dietro specifica concessione da parte della Fondazione stessa che porrà in essere i necessari controlli perché sia garantito il richiesto standard di qualità, disposti ad accogliere i pellegrini nelle proprie strutture già destinate all’accoglienza o riadattate a tale uso per l’occorrenza, in regola con le certificazioni ed i requisiti di legge.
Il Marchio
Si ispira alla simbologia cristiana primordiale della trasfigurazione in particolar modo al mirabile esempio di iconografia musiva posta nella parte centrale del catino absidale della Basilica di Sant’Apollinare in Classe di Ravenna, situata lungo l’itinerario del nostro Cammino: una Croce gemmata con al centro il volto di Cristo che sovrasta un tappeto azzurro trapunto di 99 stelle dorate, simbolo dell’umanità totale e del cosmo intero ovvero la Chiesa di Dio in cammino verso la Croce, ponte di comunione tra cielo e terra al centro del quale risplende il volto del Cristo Salvatore principio e fine di ogni cosa che si trasfigura in testimone di Luce per un mondo che cammina nell’opacità delle tenebre.
Il marchio vuole riprendere anche i simboli della Croce e della Veronica ( la Vera Icona ) già adottati sin dall’antichità ed in occasione delle celebrazioni giubilari, come segni di riconoscimento del pellegrinaggio romeo.
La rappresentazione grafica del marchio è stata realizzata in chiave più moderna ed essenziale senza intenzione alcuna di sminuire il valore dei contenuti simbolici di riferimento.
Altro scopo particolare è l’istituzione e gestione di un Centro di studi storici e di documentazione permanente incentrati preminentemente sulla antica via Amerina e sul cosiddetto Corridoio Bizantino, con proprio marchio la cui rappresentazione grafica è riconducibile al tema della ruota a quattro raggi, una delle prime raffigurazioni plastiche apparse sulle monete di bronzo del tipo aes signatum poste in circolazione nell’antichità nei territori dell’Italia Centrale in epoca coeva alla formazione del primo tracciato della via Amerina, con accanto la scritta “Via Amerina e Corridoio Bizantino”.
Il valore economico, storico, simbolico e culturale della ruota è ben noto a tutti, come d’altronde lo era già nell’antichità se è stato posto a contrassegno di una delle prime forme monetali evolute (quindi tralascio ogni commento su tale argomento).
Oltre al perseguimento dello scopo primario sopra indicato, il Centro Studi della Fondazione svolge attività editoriale e congressuale spaziando dalle tematiche più ampie relative ai processi di formazione della cultura occidentale ed europea alle problematiche dell’etica, della morale e della politica sociale dei nostri giorni; dagli eventi storici e culturali legati alla prima diffusione del cristianesimo nel Medio Oriente, in Italia ed Europa, alle problematiche e agli attuali aspetti della evangelizzazione del mondo; dalla storia delle migrazioni dei popoli per diverse cause e motivazioni, alla pratica del pellegrinaggio svolto per esigenze religiose e spirituali attraverso percorsi ideali e itinerari veri e propri, antichi e moderni, in tutto il mondo, ma soprattutto in Italia ed Europa sulle cosiddette vie romee.
Sono oggetto particolare di studio e riflessione anche le delicate tematiche inerenti lo spirito ecumenico e l’apertura al dialogo del mondo cristiano con le altre religioni. L’introduzione a tali studi, la guida e l’informazione degli aspetti religiosi, pastorali e spirituali sono affidate ai rappresentanti qualificati della Chiesa Cattolica Romana e sono conformi ai suoi indirizzi.
La sede della Fondazione è situata in Amelia nei locali già adibiti ad Ospedale sorto nel sec. XIII con le donazioni effettuate da alcuni laici amerini per l’accoglienza dei pellegrini che transitavano sulla via Amerina. Al suo interno è effigiata una bellissima immagine di scuola senese (della prima metà del ‘600) di S. Maria detta ”dei Laici” che copre col suo mantello tutti coloro che si affidano a lei tra i quali appare, in primo piano, un pellegrino jacobeo forse il presunto committente dell’affresco.
L’attività per l’anno in corso (2006) consiste preminentemente nel presentare e far conoscere il nostro progetto presso le Sedi più opportune per ottenere adeguati riconoscimenti e condivisione di intenti, a cominciare dagli enti Locali ricadenti sul territorio interessato dal progetto e dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali per poter inoltrare all’Unione Europea la richiesta di riconoscimento di Itinerario Culturale Europeo. Nel frattempo stiamo testando con pellegrinaggi “sperimentali” i vari tratti del percorso che va da Perugia (Assisi) a Roma apponendo una segnaletica che renda possibile l’individuazione del tracciato a tutti i pellegrini che intendano effettuarlo anche autonomamente. Naturalmente è importante individuare immediatamente i primi punti di accoglienza. L’obiettivo che ci siamo prefissi quest’anno è quello di rendere fruibile almeno il tratto che va appunto da Assisi a Roma che dovrà essere agibile per il prossimo mese di giugno in occasione della ricorrenza del 500° anniversario dell’ inizio dei lavori di ricostruzione della nuova Basilica di S. Pietro, per la quale è previsto l’afflusso verso Roma di pellegrini da tutta Europa.
Siamo stati inseriti, a proposito, per l’interessamento del prof. Paolo Caucci von Saucken, rettore della Confraternita di S. Jacopo di Compostella di Perugia (nella quale da domenica scorsa ho avuto l’onore di essere stato accolto) e la benevolenza di Mons. Paolo Giulietti responsabile dell’ufficio di Pastorale Giovanile della C.E.I., ai quali va il nostro sentito ringraziamento, nel progetto “ad Limina Petri” collegato con l’altra importante iniziativa di pellegrinaggio già affermata della via Francigena: già partito nel mese scorso dalla Val di Susa il gruppo dei pellegrini che giungerà e Roma il 29 giugno nel quale confluirà due giorni prima anche il nostro, che partirà da Assisi il 20 prossimo, a nord di Roma presso la valle di Baccano dove la Via Amerina confluisce nella Cassia. Amelia 1 giugno 2006.